Ladyhawke (1985)

Ladyhawke_0Quanta Italia nel fantasy di Richard Donner, un nome che rappresenta un punto di riferimento del cinema nostalgico e che ancora oggi ci riscalda i cuori…..ehhhhh che romanticume. Vittorio Storaro, Nanà Cecchi, il trio Del brocco-Provenghi-Tiberi, le location in Abruzzo, Cremona, Parma, le scenografie di Giovanni Natalucci, le partecipazioni di gente come Loris Loddi, Giancarlo Prete, Nicolina Papetti, Alessandro Serra. Tanto, tanto italiano per un film diretto dal regista di Superman (e Superman II), I Goonies e Il presagio, futuro papà di Arma Letale e che da quasi sempre ha collaborato con sua moglie Lauren Shuler e il super produttore Joel Silver.
Oltre a sapere che il cast era composto da Matthew Broderick, Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer va anche ricordato come questa favola sia stata un flop al botteghino pur ricevendo ben due candidature agli Oscar (miglior sonoro, miglior montaggio sonoro) e vincendo due Saturn, nonchè una prestigiosa candidatura al Premio Hugo per miglior rappresentazione drammatica.
Farà decisamente meglio sul mercato home video e nei vari passaggi televisivi.

XIII secolo. Il ladruncolo Philippe Gaston (detto le Rat, “il Topo”) riesce a fuggire dalle prigioni della fortezza di Aguillon (Aquila, nell’originale) poco prima dell’esecuzione; durante la fuga dalla città rischia di venire nuovamente catturato dalle guardie dello spietato vescovo ma in suo aiuto accorre l’ex capitano della guardia Etienne Navarre che, battendosi contro i suoi vecchi soldati, lo porta al sicuro. Ladyhawke_3
Navarre è sempre accompagnato da un bellissimo falco (che in realtà è una poiana codarossa)[1], al quale è molto legato. L’ex capitano afferma di aver aiutato Philippe a scappare perché lui ha un compito, uccidere il vescovo e, essendo Philippe l’unico ad essere riuscito a fuggire dalla prigione di Aguillon, è l’unico che, facendo il percorso inverso, lo può aiutare ad entrare in città senza essere notato: Philippe accetta con estrema riluttanza e viene legato da Navarre perché non scappi. Philippe tenta una fuga notturna ma si ritrova davanti un feroce lupo nero che, però, si ammansisce totalmente alla presenza di una splendida giovane donna apparsa dal nulla. Alcune notti dopo, Philippe (legato da Navarre perché non tenti nuovamente la fuga) viene liberato dalla stessa donna e fugge.
La mattina successiva, Philippe è nuovamente rintracciato dai soldati del vescovo ma in suo soccorso giungono nuovamente Navarre e il falco che, nello scontro che ne segue, rimangono feriti. Navarre rimane misteriosamente sconvolto per la sorte del volatile e ordina a Philippe di portarlo presso un monaco di nome Imperius in quanto lui non può farlo. Anche il monaco rimane esterrefatto dalla sorte del falco e si accinge a prestargli tutte le cure possibili; sebbene Imperius abbia ordinato a Philippe di non entrare nella stanza in cui si trova il volatile, il giovane lo fa ma, invece del falco trova la giovane donna che lo aveva salvato, con una freccia conficcata nella spalla, proprio come il falco.
Imperius racconta al ragazzo che, all’incirca due anni prima, Isabeau d’Anjou giunse ad Aguillon per via della morte di suo padre e, nonostante molti si fossero innamorati di lei per la sua bellezza, lei ricambiò solo l’amore di Navarre. Ladyhawke_2I due amanti dovettero, però, mantenere segreto il loro sentimento perché anche il vescovo era innamorato di lei e, data la sua malvagità, non avrebbe mai tollerato l’idea di saperla felice con un altro uomo. I due furono però involontariamente traditi dal loro confessore (lo stesso Imperius) in quanto questi, ubriaco, confessò al vescovo la loro relazione. Il malvagio prelato, allora, pur di far sì che i due non si potessero amare, stipulò con Satana in persona un patto che avrebbe condannato Isabeau a essere un falco di giorno e Navarre un lupo la notte, così che i due non potessero più incontrarsi in forma umana, tranne che per un breve istante al calar del buio e al levar della luce solare. Relazione descritta da Phillipe Gaston con la frase “sempre insieme, eternamente divisi”.
La mattina dopo, i soldati del vescovo attaccano le rovine del castello e Philippe aiuta Isabeau a fuggire assistendo di persona alla sua metamorfosi. Navarre giunge in loro soccorso e li salva. Imperius rivela a Philippe e Navarre che ben presto ci sarà l’opportunità di rompere la maledizione e far tornare normali i due innamorati, poiché ci sarà “Una notte senza il giorno e un giorno senza la notte”…. Ladyhawke_1

Luminare nel mixare risate (o sorrisi) e azione, Richard Donner compie un altro mezzo miracolo nella sua longeva carriera portando in scena una fiaba piacevole, priva di ogni volgarità o violenza, che scorre senza intoppi per un paio d’ore. Il triangolo dei tre attori protagonisti funziona in modo eccellente: non c’è un vero protagonista ma un equilibrio perfetto per i tre attori, ognuno con il proprio ruolo adattato alla trama. L’impatto che danno i volti contrapposti di Hauer e la Pfeiffer, il primo per la sua freddezza e il suo coraggio, la seconda per l’incantevole bellezza e dolcezza, si alternano alla presenza contigua del soft comedy relief di Broderick, ladruncolo in cerca di riscatto. Un pò inferiore è la qualità del cast di supporto, a partire dall’antagonista interpretato da John Wood (che già aveva collaborato con Broderick in War Games – era il professor Falken). 
È un’opera che sta via via invecchiando, certo, ma per la ragione che è una storia ambientata in un tempo non determinato ma sicuramente antico, se non medievale, lascia ancora il segno. Vuoi per le meravigliose scenografie esterne dei nostri invidiati paesaggi, vuoi per un’ottimo (l’ennesimo) lavoro alla fotografia di Storaro, vuoi per una possente colonna sonora studiata ad hoc da Andrew Powell degli Alan Parsons Project. Ladyhawke_4
Malinconia, romanticismo ed epica vengono amalgamati in modo brillante da Donner che dà giustamente lustro alla storia d’amore più che all’azione. La poetica del binomio Navarre/Isabeau e giorno/notte è ovviamente la parte più interessante. In un certo senso, questa tematica farà anche da apripista al successo del suo film “cugino”, La storia fantastica (1987) di Rob Reiner.
Ladyhawke è un sogno ad occhi aperti di due ore che non fa altro che regalare intense emozioni, dando spazio più al lato umano che alla vicenda. Una scelta che si rivelò vincente ma che all’epoca del rilascio non venne apprezzata così tanto.

★★★✬☆

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